Questo aprile non è più l’aprile di una volta, questi giorni non sono più i giorni di una volta, allora sì che in aprile era dolce dormire; allora, in aprile in certi giorni cadeva la neve, ma non si vedeva, e certi giorni camminavi e l’aria profumava per le robinie scoppiate all’improvviso.
E le ginestre tingevano di giallo i muri e le siepi, le margherite, dalle chiome dorate, attiravano miriadi di mosconi e di coccinelle e di vespe e di api e di farfalle; una volta l’Aprile era tutto un fermento; passavi da un marzo imbroglione e selvaggio dai venti irruenti, dai forti acquazzoni, dalle stilettate di sole impazzito, per arrivare al dolce Aprile perfido e silenzioso come il veleno profumato di certi fiori.
L’Aprile era una promessa di vita e di verde, mai e poi mai avresti pensato che dopo maggio, tutto si sarebbe trasformato in gialla sterpaglia, ma allora i miei aprili erano tutto questo.
Oggi no, oggi per sentire il profumo dei fiori ci devo cacciare il naso dentro, e non dormo più fra le sue braccia.
Oggi l’aprile sta diventando uno dei tanti nomi attaccati al calendario. Il mio balcone me lo racconta sì che è aprile, lui è tutto un subbuglio di foglie di fiori, è sempre arso di sete; chiedono acqua e sbocciano e crescono si inerpicano; ed io allora mi dico che sì siamo ancora in aprile, sono io che cambio, che mi trasformo giorno dopo giorno, mese ed anno.
Ogni passo che faccio, ogni gesto, ogni tutto del mio corpo non è più quello di una volta;
Oggi no, oggi per sentire il profumo dei fiori ci devo cacciare il naso dentro, e non dormo più fra le sue braccia.
Oggi l’aprile sta diventando uno dei tanti nomi attaccati al calendario. Il mio balcone me lo racconta sì che è aprile, lui è tutto un subbuglio di foglie di fiori, è sempre arso di sete; chiedono acqua e sbocciano e crescono si inerpicano; ed io allora mi dico che sì siamo ancora in aprile, sono io che cambio, che mi trasformo giorno dopo giorno, mese ed anno.
Ogni passo che faccio, ogni gesto, ogni tutto del mio corpo non è più quello di una volta;
voglio seguirlo, accompagnarlo e bere, goccia dopo goccia, questo fiele dolce come il miele; un fiele di vita che sta trascorrendo, si sta trasformando in tanti fili di tenebra.
Le donne della mia famiglia ci sono tutte, dalla prima nata di questo maggio, alla prima nata di tanti ottanta ieri fa, e nelle lunghe età della nostra vita, ci sono pure la seconda parte dei miei secondi quarant’anni.
ciao bellissimo raconto... ben venuta e spero chwe tu scriva ancora tanto!!! ciao
RispondiEliminastupendo
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